La filosofia Zero Waste

Che cosa è la filosofia zero waste?
Si comincia a parlare anche in Italia (e permettimi un liberatorio finalmente) di filosofia zero waste, ma di che cosa si tratta esattamente? Letteralmente la dicitura zero waste si può tradurre con zero rifiuti, ma parlare di filosofia zero waste vuol dire molto di più. Vediamo di dare una spiegazione il più precisa possibile del concetto e dissipare un po’ la confusione presente al riguardo.

Si può dire che si tratta di uno stile di pensiero, e praticamente di vita, volto a ridurre il più possibile la produzione di rifiuti.

Perché lo zero waste

Si cerca in questo modo di dare il proprio contributo alla salvaguardia del clima e del pianeta, riducendo appunto la produzione di rifiuti, ma non solo. In pratica il comportamento si basa su concetti come il riciclo, la riparazione e l’autoproduzione, per tornare il più vicino possibile al famoso principio secondo cui in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Questo basilare principio è stato se non stravolto del tutto perlomeno molto squilibrato negli ultimi anni, con la produzione di materie artificiali che, seppure raccolte e gestite in apposite discariche o termovalorizzatori, vengono comunque rilasciate nell’ambiente.

Prima conseguenza e campanello d’allarme di quanto la situazione sia in eccesso sono i cambiamenti climatici di cui possiamo avere prova quotidianamente: precipitazioni improvvise e molto al di sopra della norma, temperature elevate fuori dalle stagioni canoniche.

Lo zero waste in pratica

Se però pensi che la pratica dello zero waste consista nel ridurre i rifiuti e la frequenza delle tue passeggiate fino al cassonetto della raccolta differenziata, posso dirti che sei sulla strada giusta, ma che lo spirito dello zero rifiuti è molto di più. La cosa interessante è che con il tuo impegno nella riduzione dei rifiuti domestici in realtà stai già intervenendo su numerosi aspetti dello zero waste; desidero illustrarti questi aspetti in modo che tu possa trovare ancora più soddisfazione e motivazione nel continuare questa filosofia nella vita di tutti i giorni.

Un esempio pratico:
Prendiamo un oggetto che tutti possediamo: uno spazzolino da denti. Il tuo spazzolino da denti ha una durata di vita che dipende dalla frequenza d’uso e dalla cura che ne hai, presto o tardi sarà ora di cambiarlo. Attenzione però: zero waste non vuol dire che dovrai ritardare la sostituzione del tuo spazzolino fino a quando anche l’ultima setola se ne sarà andata. Su questo dobbiamo essere subito d’accordo: zero rifiuti non vuol dire vivere di privazioni, in maniera scomoda o peggio antigienica. Si può vivere agiatamente, comodi, puliti e in salute anche applicando questa filosofia. Anzi, la salute e il miglioramento della qualità della vita, nostra e degli altri, sono proprio lo scopo che questa filosofia si prefigge.

Quanto costa al pianeta uno spazzolino?
Ma torniamo al nostro spazzolino: uno spazzolino tradizionale è fatto di plastica o comunque di materiale sintetico, viene venduto in una coloratissima confezione di plastica, generalmente accattivante nei colori e di generose dimensioni. Tutto quanto descritto qui sopra deriva dal petrolio attraverso una serie di processi e lavorazioni. Il fatto è che il petrolio non arriva da un giacimento vicino al supermercato dove hai acquistato lo spazzolino, ma ha probabilmente fatto il giro del mondo prima di arrivare nello scaffale dove lo hai scelto, tra altri cento più o meno simili.

Un po’ di numeri:
Prima di andare avanti ti voglio dare un po’ di numeri relativi alla produzione di spazzolini da denti tradizionali.

Uno spazzolino pesa circa 16 grammi, più almeno altrettanti per la confezione: diciamo 35 grammi in tutto.

La materia prima:
Da un barile di petrolio, che sono 159 litri, si ricavano circa 70Kg di plastica, quindi da un barile di petrolio si tirano fuori circa 2000 spazzolini. Ora considera che in Italia siamo 60 milioni: se anche soltanto uno su dieci di noi rinunciasse allo spazzolino, o meglio a uno spazzolino in plastica, vuol dire che ci sarebbe una necessità di petrolio di circa 440 mila litri in meno, pari a qualcosa come 330 tonnellate in meno (un litro di petrolio pesa circa 0,8 Kg). Sostituendo poi lo spazzolino ogni tre mesi come da consiglio medico, arriveremmo a un risparmio di petrolio di ben 1320 tonnellate all’anno!

Ma non è tutto: questo solo per parlare della materia prima.

Trasporto e prima lavorazione
Hai pensato a cosa vuol dire passare dal petrolio allo spazzolino? Vuol dire che tutte queste tonnellate di petrolio vanno estratte dai giacimenti, e per installare una trivella è necessario magari disboscare, se sulla terra ferma, o impiantare una piattaforma in mezzo al mare. Poi queste tonnellate di petrolio vanno trasportate e lo si fa con enormi petroliere che solcano gli oceani, bruciando altro combustibile e scaricandone i residui nell’atmosfera dai loro fumaioli. E non abbiamo ancora finito: giunto a destinazione il petrolio deve essere lavorato nelle raffinerie, ed ecco altra energia consumata che va prodotta bruciando altri combustibili, e così altro calore e altre sostanze rilasciate nell’atmosfera.

Finalmente lo spazzolino:
Adesso abbiamo finalmente la plastica per fare lo spazzolino e la sua bella confezione, ma questa plastica, generalmente in forma di granuli, deve essere trasportata, magari su gomma, con i camion, alle fabbriche di lavorazione che produrranno appunto lo spazzolino.

Distribuzione sul mercato:
Infine, una volta prodotto e confezionato lo spazzolino, altro giro per le strade per distribuirlo nei supermercati, nei negozi e nelle farmacie, per finire infine nel nostro bagno tra i vari accessori per la nostra igiene orale.

E il viaggio di ritorno?
Sì, perché fin qui abbiamo visto l’andata. Una volta diventato vecchio e inservibile, lo spazzolino finirà nella raccolta differenziata, nel bidone della plastica, verrà preso da un mezzo di raccolta e trasportato, ancora una volta bruciando derivati del petrolio e scaldando il pianeta, in un termovalorizzatore, dove verrà trasformato per la maggior parte, ma non del tutto, in residui non dannosi.

Riassumendo
Moltiplica quello che ho illustrato sopra per tutti gli oggetti in plastica, o comunque non biodegradabili o compostabili. Adesso dovresti avere un’idea del perché zero waste, o zero rifiuti, è un concetto molto più ampio che non la semplice riduzione delle quantità di spazzatura prodotta.

E allora? Basta igiene orale?
Quello dello spazzolino è solo un esempio, e come abbiamo detto zero rifiuti non vuol dire rinunciare a vivere esattamente come stiamo vivendo, ma semplicemente sostituire i nostri consumi, in qualunque campo e per quanto possibile, con oggetti e risorse il più ecologici possibile. Per la pulizia dei denti per esempio puoi affidarti a spazzolini da denti in bambù: si tratta di modelli realizzati appunto con manico in bambù e setole in materiale naturale, e sono 97% compostabili. Come? Non 100%? No, perché per garantire un risultato efficace e una durata accettabile è comunque inserito un 3% di nylon: parliamo comunque di un enorme differenza rispetto a uno spazzolino 100% sintetico.

Così come per lo spazzolino, esistono soluzioni ecologiche e zero waste anche per numerosissimi altri oggetti, come dischetti struccanti lavabili, cotton fioc in fibra naturale, assorbenti femminili riutilizzabili, coppette mestruali ecc.

Dove trovare prodotti zero waste

‘’Va bene, tutto molto bello e interessante, ma dove puoi trovare questi prodotti?’’ Si trovano facilmente in commercio: se i negozi fisici sono ancora pochi, quasi tutti offrono l’opzione di acquisto on-line e pertanto approvvigionarsi di oggetti zero rifiuti non è così complicato. Puoi visitare il nostro e-commerce cliccando qui. Troverai una grande varietà di prodotti, le spiegazioni delle loro caratteristiche e le istruzioni per utilizzarli in completo zero waste style. E resterai stupito di quanto vantaggiosi siano i prezzi a differenza delle false credenze sui prezzi più alti dei prodotti zero waste, e di come la qualità sia davvero ottima.

Ma zero waste non è soltanto utilizzare prodotti naturali e biodegradabili.

Altri comportamenti zero waste

Ci sono anche altre attività a cui prestare un minimo di attenzione per mantenere una linea zero rifiuti.

Fare la spesa

Anche fare la spesa con qualche accorgimento ci permetterà di seguire la nostra filosofia di rispetto per il nostro pianeta. Per esempio, tra gli altri, adotta questi comportamenti.

  • Prediligi prodotti a Km 0
  • Evita il cibo nelle confezioni di plastica
  • Preferisci detersivi venduti sfusi
  • Usa borse di stoffa, riutilizzabili, invece che quelle di plastica
  • Evita l’acqua in bottiglie di plastica
  • Preferisci il caffè sfuso o macinato al posto delle capsule
  • Chiediti se quello che stai per comprare ti serve davvero

Detersivi

I detersivi, sebbene siano biodegradabili al 100% per legge, sono fonte di inquinamento durante la loro produzione. Esistono metodi altrettanto efficaci dei migliori detersivi per bucato e piatti.

  • Segui le vecchie ricette della nonna che, mescolando prodotti naturali presenti in tutte le case o in qualunque drogheria e assolutamente economici, garantiscono ottimi risultati a un costo bassissimo e nel pieno rispetto del zero waste. E le vecchie ricette, una volta tramandate di generazione in generazione, si trovano oggi custodite… su internet!

Usa correttamente gli elettrodomestici

  • Ottimizza il carico della lavatrice ed esegui programmi ‘eco’ a bassa temperatura a meno di non avere un bucato veramente sporco.
  • Procurati posate e stoviglie in abbondanza in modo da poter avviare la lavastoviglie solo quando sarà a pieno carico.
  • Spegni completamente i dispositivi elettronici, evitando di lasciarli in stand-by (la lucina rossa sempre accesa, anche quando sono spenti)

Zero waste: piccoli accorgimenti per grandi risultati
Come vedi si tratta di piccoli accorgimenti, comportamenti e abitudini, che nonostante appunto siano piccoli possono fare una grande differenza.